Arpa jazz

UN POSSIBILE APPROCCIO ALL’IMPROVVISAZIONE

UN POSSIBILE APPROCCIO ALL’IMPROVVISAZIONE

 di Marcella Carboni

Meloni1

L’arpa e il Jazz. Da dove partire. Sicuramente da tanto ascolto, ma di cosa e come ascoltare ne parleremo una prossima volta.

Il miglior metodo di apprendimento è la pratica, ne sono certa.

Ma da dove iniziare? Dall’armonia? Dal ritmo? Dal fraseggio? Dagli effetti?

Per me il Jazz è un linguaggio, non mi stancherò mai di ripeterlo. Ed ecco che mi viene in mente la mia prima lezione di tedesco. Un simpaticissimo insegnante madrelingua ha passato la maggior parte della prima lezione ad analizzare parole tedesche molto conosciute per estrapolare le regole fonetiche: Siemens, Einstein, Schumacher, Volkswagen… ma no, questa non è una prima lezione di tedesco. Però vorrebbe essere un primo approccio, un po’ giocoso, verso un linguaggio musicale diverso da quello Classico, con le proprie regole grammaticali e le tante e belle eccezioni che fanno del Jazz una lingua viva.

E allora partiamo da qualcosa di molto conosciuto, almeno per noi arpiste ed arpisti.

 

Occorrente per il corso di lingua Jazz:

  • 1 ARPA BEN ACCORDATA
  • 1 ARPISTA
  • 1 METRONOMO (OPZIONALE)

 

Piccola leggenda:

: ) Consigli. Come tutti i consigli vanno seguiti a discrezione.

ci sarebbero una marea di cose da dire su questo argomento ma ora tagliamo corto e continuiamo (un po’ come “non ti curar di loro ma guarda e passa”, del Sommo Poeta)

!!!Importantissimo, da seguire scrupolosamente.

? Domandina di teoria, per capire meglio quello che si sta suonando.

 

Primo passo, familiarizzare con questa sequenza di bassi:

fig 1

L’avete già riconosciuta? Bene, mi congratulo!

 

: ) Non scrivete/stampate niente, almeno all’inizio, cercate di memorizzare più che potete, è sempre un buon esercizio.

 

!!! Datevi sempre un tempo di esecuzione, pensatelo bene prima di suonare e MANTENETELO! Se usate il metronomo, fate cadere il beat sui tempi deboli 2 e 4, questo dà una sensazione ritmica di spinta in avanti

fig 2

Secondo passo, aggiungere queste terze ai bassi, la prima di ogni misura a distanza di decima, la seconda di terza

fig 3

? Bene, ovviamente avrete già individuato che tipo di terze ho inserito, quali sono le maggiori e quali le minori ?

Terzo passo, aggiungiamo anche delle settime

fig 4

? Anche qui la stessa domanda, che tipo di settime ho aggiunto, quali sono maggiori e quali minori ?

!!! Sì, ho visto, c’è da mettere un pedale, ma vi prego di resistere

NON SCRIVETE MAI I PEDALI

È veramente necessario pensare quell’accordo maggiore e sentire la forte necessità di un la naturale, o perlomeno memorizzare l’accordo con il movimento del pedale.

Ora la nostra mano sinistra è completa, per avere più varietà dovremo solo cambiare un po’ il ritmo.

Prendete dei ritmi semplici:

fig 5

ed esercitatevi, prima rimanendo su una sola cellula ritmica, poi combinandole tra loro.

: ) Può sembrare un po’ troppo “americano”, ma in questi casi scrivere dei cartellini con le cellule ritmiche e poi combinarli a caso è un ottimo esercizio.

Ora siamo pronti per svegliare la mano destra.

Facciamole fare la cosa che più le viene bene e per cui abbiamo studiato tanto!

fig 6

Vediamole accordo per accordo:

fig 7 ? Ovviamente la domanda, che tipo di scale sono ?

!!! Sì, è terribile, nel primo accordo dell’ultima misura i pedali sono diventati 2! Ma vi prego di resistere ancora NON SCRIVETE MAI I PEDALI!

: ) Provate a prendere il pedale del SOL e del LA insieme, con lo stesso piede (decisamente il destro), senza incastrarli nella tacca, ma tenendoli giù in posizione naturale per i primi 2/4 dell’ultima misura del nostro giro armonico e poi rilasciarli (dolcemente) negli ultimi 2/4.

Il prossimo passo è una bella passeggiata continua sulle corde dell’arpa. Mi spiego meglio, non importa se ascendenti o discendenti, l’importante è muoversi per grado congiunto, auspicabile anche NON partire dalla tonica.

fig 8

Ora, questo dopo un po’ può apparire noioso, ma se noi applichiamo ritmi semplici sia alla destra, sia alla sinistra, avremo qualcosa di simile, sicuramente molto più interessante:

fig 9

 

Ora vi lascio alla vostra fantasia e al vostro gusto, sperando che vi siate divertite/i insieme al nostro caro Georg Friedrich.

 

 


Questo articolo é stato pubblicato da
Redazione Redazione di IN CHORDIS, la rivista online dell'Associazione Italiana dell'Arpa.