Discografia

Vapeurs de son : l’arpa Erard e il corno ai tempi di Napoleone

Vapeurs de son

Opere originali per corno naturale e arpa Erard

nell’epoca napoleonica

Luca Delpriori corno naturale

Paola Perrucci arpa Erard

corno

Messieurs, je ne veux qu’une vapeur de son» . Era questa la raccomandazione usuale che Napoleone rivolgeva agli strumentisti durante i numerosi concerti che l’Imperatore reclamava “pour son plaisir”.  La musica esercitava su di lui un’attrazione personalissima; la voce umana lo affascina in modo particolare. Era sedotto dall’ascolto di musica lenta e dolce, particolarmente se eseguita da cantanti italiani, commuovendosi fino alle lacrime. Sua moglie, Joséphine de Beauharnais, aveva preso lezioni di arpa dal famoso virtuoso Dalvimare  e amava circondarsi di musicisti. Una volta alla settimana nella sua residenza di Malmaison venivano dati concerti da camera in cui intervenivano i più brillanti strumentisti dell’epoca, quali Kreutzer, Paër, Baillot. Tra questi, i più assidui protagonisti delle serate erano indubbiamente l’arpista Naderman e il cornista Duvernoy. Fu probabilmente proprio di Duvernoy, cor-solo all’Opéra, la prima felice intuizione di associare questi due strumenti

 I brani presentati in questo CD sono significativi del passaggio tra l’arpa a movimento semplice e l’arpa a doppio movimento che vede in Krumpholtz, uno dei principali sostenitori. Si deve a Krumpholtz anche l’introduzione di un ottavo pedale che consentiva di chiudere i fori di risonanza tramite degli sportellini ottenendo una specie di sordina; quando, invece, si aprivano i fori si otteneva anche l’effetto di risonanza che accresceva l’intensità dei suoni e gli altri effetti che Krumpholtz sviluppò in una vera e propria tecnica del pedale di renforcement.

Il brano per arpa sola di Krumpholtz è stato scritto con le indicazioni esatte dell’uso dell’ottavo pedale.

Agli orecchi degli ascoltatori doveva così risultare sorprendente sia il cromatismo dell’arpa che quello del corno, due strumenti che la tradizione esecutiva e i precedenti limiti avevano relegato ad un ruolo pressoché diatonico. Possiamo immaginare lo stupore del pubblico di fronte a questa particolare formazione, con il corno, che per decenni era stato associato alla musica all’aperto e alle sue sonorità squillanti, avvicinato ora ad uno strumento da sempre considerato confidenziale e intimo, la meraviglia di fronte alle tonalità minori, quelle in cui i due strumenti esibivano particolarmente le sfumature, i chiaro-scuri dovuti ai suoni chiusi nel corno e alla sordina nell’arpa.

Musiche di:

François-Adrien Boieldieu,  Nadermann-Duvernoy, Johann Baptist Krumpholtz, Giovanni Paisiello, Gaspare Spontini

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Questo articolo é stato pubblicato da
Redazione Redazione di IN CHORDIS, la rivista online dell'Associazione Italiana dell'Arpa.