Storia dell'arpa

Omaggio a Carl Philipp Emanuel Bach: 1714-2014

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Un musicista commuove gli altri soltanto se egli stesso è commosso:è indispensabile che provi tutti gli stati d’animo che vuole suscitare nei suoi ascoltatori, perchè in tal modo farà loro comprendere i suoi sentimenti e li farà partecipare alle sue emozioni.”

Chi è in grado di comunicare al cuore, parlando all’immaginazione, ha ben altre doti di un semplice virtuoso che si limita a suonare le note giuste: d’altronde, unità melodica e legato non avrebbero più alcun significato se egli sbagliasse anche gli accordi.”

Ma in che cosa consiste la buona interpretazione? Esclusivamente nell’abilità di far percepire all’orecchio, cantando e suonando, il vero contenuto e il vero sentimento di una composizione musicale.”

(C.Ph.Emanuel Bach “ Versuch über die wahre Art das Clavier zu spielen”, Berlin 1753-1762)

Il “Solo für die Harfe G-dur” (Wotquenne 139) fu composto quando Carl Philipp Emanuel Bach era al servizio di Federico II (Federico il Grande di Prussia).

Probabilmente fu eseguito la prima volta da uno degli arpisti di corte, Francesco (Franz) Petrini, virtuoso di arpa a movimento semplice di pedali che dalla Prussia, si recò a Parigi nel 1769 dove fu accolto sotto la protezione della contessa De Genlis e dove divenne un acclamato solista ai Concert Spirituel, nonché stimato insegnante e compositore.

La seguente esecuzione rispetta le indicazioni contenute nel Versuch, un omaggio a Carl Philipp Emanuel e a questa composizione per arpa che amo e suono da tanti anni.

Nel video, oltre ai ritratti di C.Ph.Emanuel Bach, di Francesco Petrini e di Federico II, la prima pagina del manoscritto e le immagini di una delle prime arpe a pedali, ci sono alcune foto che ho scattato a Sanssouci (Potsdam) , la residenza estiva di Federico, presso la cui corte Ph.Emanuel lavorò per molti anni.

Segnalo la splendida esecuzione di Masumi Nagasawa su un arpa a movimento semplice di pedali.



Questo articolo é stato pubblicato da
Emanuela Degli Esposti