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Le arpe del ghiacciaio

Le arpe del ghiacciaio

 iceharp

 

l’IceMusicFestival si è tenuto dal 26 febbraio al 7 marzo all’IceDome, la cattedrale di ghiaccio costruita sul ghiacciaio della Val Senales, in Alto Adige, a 3.200 metri. Il luogo è tra i più suggestivi, vanta antiche tradizioni e culture montane, ed è meta prediletta per gli appassionati di sport e di cultura. In Val Senales, infatti, si può sciare tutto l’anno e visitare il luogo del ritrovamento di Otzi, o la Mummia di Similaun, l’Uomo venuto dal ghiaccio.

Da alcuni anni questo splendido luogo ospita l’IceMusicFestival, il festival della musica dei ghiacci perenni: gli strumenti usati sono costruiti proprio con il ghiaccio secolare della valle. I concerti si svolgono all’IceDome, una “cattedrale”, simile ad un igloo, costruita nel ghiaccio e dotata di palcoscenico, posti a sedere, un bar, due entrate, e addirittura il posto per il service audio. Ovviamente gli organizzatori hanno previsto che è impossibile stare seduti più di dieci minuti sul ghiaccio e quindi fornivano cuscini di lana al pubblico, vin brulè e succo caldo di mele!

Gli artisti dell’edizione 2010 del festival erano: Terje Isungset (tromba, iceophon, percussioni), Lena Niymark (voce), Sidsel Walstad (arpa e bass-harp di ghiaccio). Gli strumenti erano tutti amplificati, ma la musica nasceva realmente dal ghiaccio, anche se sembra impossibile. Forse questa è solo l’ennesima dimostrazione del legame fra il suono e l’acqua, e del fatto che l’acqua è molto sensibile ai suoni. In tal senso possiamo ricordare gli studi del giapponese Masaru Emoto: egli sottopose l’acqua a musiche e parole di diverso tipo (musica classica, metal, parole di gioia, di dolore…) e, dopo averla ghiacciata, notò che i cristalli avevano assunto forme diverse, armoniche o caotiche, in base al tipo di energia cui erano stati esposti.

Ma torniamo al festival, e alle incredibili arpe di ghiaccio costruite dall’americano Bill Covitz. La Bass-harp aveva una forma rettangolare, mentre quella “classica” una forma triangolare, la cassa armonica e la mensola erano di ghiaccio e per attaccare le corde tuttavia è stata usata una base di plexiglass altrimenti sarebbe stato impossibile tenerle tese e accordarle. A fine concerto ho potuto parlare con l’arpista, e ho saputo che le corde erano le comunissime Bow Brand di budello e di metallo!

Terje Isungset ha suonato un corno ed una tromba di ghiaccio dalla forma stilizzata, e aveva attorno a sé un set di percussioni: delle lastre di ghiaccio appese fungevano da campane tubolari, altre lastre su una base erano una marimba delle nevi, il suono dello shaker era riprodotto della polvere di ghiaccio contenuta in un “pestino” e schiacciata ritmicamente dal “mortaio”.

Il percussionista è anche l’autore dei brani eseguiti al concerto e contenuti nel nuovo cd “Winter song”.

Le musiche rispecchiano perfettamente l’atmosfera ed il luogo circostante, sembrano provenire da un tempo lontano e descrivere i luoghi della montagna, dal bosco più lontano e incontaminato, ai luoghi di raduno degli abitanti delle nevi. Credo che esse siano la colonna sonora ideale di alcune opere di Jack London.

Qui sotto vi segnalo il sito del festival e quello dell’arpista, ma in internet e su youtube trovate ancora molte altre notizie e curiosità.

http://www.icefestival.it

http://www.sidsel.no/en.html

ELEONORA VOLPATO


Questo articolo é stato pubblicato da
Redazione Redazione di IN CHORDIS, la rivista online dell'Associazione Italiana dell'Arpa.