Didattica / Partiture / Storia dell'arpa

A proposito di Hindemith

Pubblichiamo volentieri le considerazioni di Elena Zaniboni in merito al recente articolo di Gabriella Dall’Olio sulla Sonata per arpa di Paul Hindemith.

dedica

Mi fa piacere che, approfondendo lo studio della Sonata  di Hindemith, ci si pongano vari problemi. Leggendo le lunghissime riflessioni di Gabriella Dall’Olio apparse su In Chordis mi sento in dovere verso le nuove generazioni di precisare alcuni punti. Non intendo, però, dilungarmi troppo, per non  smorzare l’entusiasmo di chi si avvicina a questo capolavoro.  La Musica, secondo me, va amata prima ancora,forse, di capirla in modo che, all’esecuzione, possa venir fuori partendo dal cuore.

Mi sono capitate allieve spaventate, ad esempio, dall’inizio del II° tempo (Vivace). Il problema tecnico che comporta si supera con uno studio adeguato che consentira’ anche di smorzare, ovviamente con la sinistra, prima di cominciare la quarta battuta. In questo, e in tanti altri punti, ho fatto tesoro degli insegnamenti della mia insigne maestra Clelia Gatti Aldrovandi, dedicataria della Sonata. La stessa paura di “non farcela” mi e’ capitata  anche con allieve alle prese con la Sonata di Casella ai corsi di perfezionamento all’Accademia di Santa Cecilia, durante i lunghi anni del mio insegnamento (1980 – 2006). Per conformazione di mano o per complessi temevano di non riuscire ad affrontare i problemi tecnici che Casella impone. Quando poi riuscivano erano cosi felici che per me non c’era soddisfazione più grande.

Ho avuto il privilegio di conoscere  Hindemith e ho avuto così l’opportunita’ di chiedere all’Autore stesso di chiarirmi alcuni dubbi:

Hindemith non voleva al principio (Moderatamente mosso)  gli accordi “plaqué”  né arpeggiati, ma pieni, forti e “rotondi”. Non ci sono equivoci di tempo, che è – e rimane-  in 3/4.  Senza il “tira e molla” che Hindemith detestava.  Infatti è preciso e vediamo nel 3° tempo (Molto lento) quante volte indica cambiamenti di tempo perché vuole battute in 4/4 , 5/4, 4/4, 5/4, 4/4, 12/8, 15/8, di nuovo 4/4 per finire in 12/8

Un altro punto è il BREIT  (1° tempo)  a pag.7. Generalmente è suonato troppo lento. La battuta precedente al BREIT ha l’indicazione 2/4, quindi perché aggiungere arbitrariamente un quarto di comodo?  Allora anche nel III° tempo , II° rigo a pag.15 la battuta dovrebbe essere di 5/4 per eseguire l’accordo di 12 note della prima battuta del terzo rigo? E’ indicato chiaramente 4/4.

Vivace -2° Tempo . Il  glissato deve cominciare Mib destra insieme DOb sinistra senza cambiare tempo.

L’ultimo rigo ,dalla 2° battuta è forte. E forte è l’accordo finale.

Nel 3° tempo gli armonici vanno eseguiti dove sono scritti.

Se ci sono edizioni diverse è perché l’Hindemith Institute mi ha chiesto quali fossero le intenzioni dell’Autore, e la Schott ha ristampato la Sonata.

Ho potuto così correggere, oltre al pp del finale del 2° tempo , anche note e pedali sbagliati sia ad allievi in Europa che negli U.S.A.

Un’arpista di Vienna che aveva sentito un mio  disco ITL 70055  Fonit Cetra ( non so come l’avesse trovato)  comprendente Britten, Hindemith, Jolivet, Casella, Prokofiev e che doveva registrare un CD proprio con Hindemith, è venuta da me recentemente a Palermo per perfezionare la Sonata. Mi ha chiesto di fotografare persino le mie diteggiature!  Ma la soddisfazione più grande rimasta nel mio cuore è la dedica di Hindemith:  With thanks for a fine performance .

 Elena Zaniboni

Disco Zaniboni

                              Il disco di Elena Zaniboni: “L’Arpa nel Novecento”. B.Britten, Suite /P.Hindemith, Sonata/

A.Jolivet, Preludio/ A.Casella, Sonata/ S.Prokofiev, Preludio


Questo articolo é stato pubblicato da
Redazione Redazione di IN CHORDIS, la rivista online dell'Associazione Italiana dell'Arpa.