Didattica

François Joseph Dizi… quando si dice “il primo amore non si scorda mai”

dizi

Proprio così…un autentico primo amore musicale. Quando iniziavo il sesto anno al Conservatorio di Verona nella classe di Mirella Vita era il 1975. Ricordo che quel giorno la Signora mi disse: “Stamattina leggiamo uno studio di François Joseph Dizi”. “Chi è?” chiesi incuriosita.”Adesso ti racconto la storia meravigliosa e affascinante di questo grande arpista e compositore belga…” -Grande insegnante di musica e di vita, la signora Vita: ogni volta che affrontavamo un autore a noi sconosciuto, ci narrava la sua storia ed il suo repertorio. Trovo che sia bellissimo e indispensabile abituare le allieve a conoscere un compositore sapendolo collocare storicamente e stilisticamente, prima di iniziare a studiare una sua opera. Ricordo anche quanto sia stato importante, per la nostra formazione, prendere coscienza fin dai primi anni di quanti autori hanno scritto per il nostro strumento e, anche se sono meno noti al grande pubblico, non sono per questo meno significativi sotto il profilo strettamente musicale.- “Il Fétis, nella sua Biographie universelle des musiciens, parlando di François Joseph Dizi, racconta che nacque a Namur (Belgio) il 14 gennaio 1780. Il padre professore di musica stabilitosi a Dinant sur la Meuse, si accorse fin da subito delle straordinarie doti musicali di François Joseph, e gli impartì con grande severità le prime lezioni. Il bambino aveva un’autentica passione per l’arpa, purtroppo a Namur non c’erano all’epoca arpisti in grado di insegnargli a suonare, e quindi le lezioni di musica che il padre violinista gli impartì furono le sole che ricevette: lo possiamo quindi definire un completo autodidatta. Nel 1796, all’età di 16 anni, era già un buon arpista e decise così di partire per cercare contatti e successi all’estero. Si imbarcò su una nave che lo avrebbe portato in Inghilterra e precisamente a Londra. Durante lo scalo a Ostenda, François Joseph scese dalla nave per passeggiare lungo la banchina d’attracco, e improvvisamente vide un uomo cadere in acqua:senza indugio si gettò in mare per salvarlo dimenticandosi, ahimè!, di non saper nuotare… Qualcuno salvò i due malcapitati e quando François Joseph si riprese, si trovò addosso degli abiti asciutti, guardò verso il molo e si rese conto che nel frattempo la sua nave era ripartita, portandosi via i bagagli e la sua arpa! La disperazione del ragazzo impietosì tutte le persone che assistettero alla sua drammatica vicenda, e solo grazie ad una colletta potè ricomprarsi un biglietto, sperando, una volta arrivato aldilà della Manica, di ritrovare tutte le sue cose. Nel porto di Londra, però, non riuscì a riconoscere fra le tante la sua nave, 8della quale purtroppo non ricordava nemmeno il nome) e quindi sconsolato e affamato iniziò a vagare senza meta per le vie della città, quando ad un tratto sentì il suono dell’arpa…lo seguì come il filo di Arianna e si ritrovò davanti all’atelier di Sebastian Erard, il costruttore d’arpe fuggito da Partigi a causa della Rivoluzione francese. Erard lo ascoltò suonare e rimase così colpito dalla bravura del ragazzo, che decise di assumerlo come arpista nella sua fabbrica per far sentire le arpe ai compratori; in seguito gli trovò anche degli allievi e Dizi iniziò così la sua vita nella capitale inglese. Venne invitato a suonare nelle case dell’alta società e qui ebbe modo di farsi sentire ed apprezzare dai musicisti che lo ascoltarono e che suonarono con lui:il grande pianista italiano Muzio Clementi, John Field e Pleyel, col quale più tardi entrò in società per la fabbricazione di arpe della “Maison Pleyel”. Nel 1820 la Royal Academy lo invitò ad insegnare e iniziò la sua carriera didattica aprendo la prima cattedra di arpa a Londra; insieme a lui venne invitato anche Clementi per il pianoforte. Scrisse i 48 studi denominati “Fantasie” nel 1826 e un anno dopo il metodo “L’ècole de la harpe”, contenente, oltre ad esercizi di tecnica, dei sistemi innovativi di diteggiatura, moltissime arie per arpa e violino, arpa e flauto, alcune Sonate e vari Tema con Variazioni. Tra tutti i grandi musicisti e arpisti dell’epoca fu considerato uno fra i più affacinanti autori del periodo romantico.Morì a Parigi nel 1840.” Lo stupore ed il piacere che provai ascoltando la storia di Dizi fu enorme. “Che storia incredibile..”,dissi alla signora Vita una volta terminato il racconto. Quando lei mi aprì il primo volume degli studi al numero 19 ricordo che pensai.”Non ce la farò mai! Sono troppo difficili!”. E invece… iniziò lì la mia passione per questo autore. Passione che sono contenta di aver trasmesso a molte delle mie allieve. Fin da subito è chiaro che nei suoi studi, oltre ad un ottimo livello tecnico della mano destra, si richiede una grande maestria nell’uso della mano sinistra, cui spesso è affidata la risposta del cantabile della destra. Negli studi veloci (13,16,30,32,38,40) c’è sempre una parte centrale in tonalità minore (“dolce, come scrive il compositore), che richiede la capacità di “cantare nel tempo”, cosa assai difficile da spiegare ed ottenere da allieve così giovani. Dopo grande esercizio (a mani separate, consiglio sempre) inizia la parte divertente del lavoro: saper far “cantare” lo strumento non limitandosi solo a suonarlo per produrre una quantità impressionante di note veloci, ma fraseggiare sfruttando le incredibili potenzialità timbriche dell’arpa. Da molti anni inserisco nei miei programmi da concerto alcuni fra i miei studi preferiti di Dizi, e noto sempre con grande piacere che sul pubblico hanno un effetto incredibile! Alla fine il commento è sempre lo stesso: “Ma quanta espressività e sensibilità nella musica di quell’autore…come si chiamava?”….”François Joseph Dizi” rispondo io “il nostro Chopin”.


Questo articolo é stato pubblicato da
Anna Loro www.annaloro.it